E’ la paura, l’angosciosa, paralizzante paura che ti rimbomba nel petto, ti secca la gola, ti gela il sangue nelle vene, e la voce si spezza, e la forza viene meno, e la verità rimane giù, soffocata nel profondo, giù, premuta da una forza irresistibile, da un potere maligno. La paura…

Da queste parole un turbine violento di emozioni si avvolge attorno alla protagonista, Irene Wagner, bellissima signora della migliore borghesia viennese, si avviluppa intorno a lei come un sudario, come un groviglio di catene che solo la sua mano – la sua confessione – potrà districare. Dovrà fare i conti con la paura la bella signora, dovrà vedersela con i demoni della sua anima, con le convenzioni, con il potere assoluto dell’apparenza, divisa tra angoscia e rimorso, messa a nudo e indagata nelle sue fragilità, nei suoi più intimi pensieri, nelle sue artificiose menzogne. Dovrà lottare con i nodi più struggenti del proprio essere in un lungo, doloroso, inquietante flusso di coscienza, l’unica, ultima confessione di una colpevole di fronte al giudizio di se stessa. Fino alle più estreme conseguenze: l’assoluzione in extremis o la più ferale condanna…

Dal capolavoro di Stefan Zweig, indiscusso maestro della suspense, per la prima volta a teatro in Italia “Paura”, un vortice di claustrofobica bellezza che dalle pagine rivive sul palcoscenico e ci catapulta in un mondo ossessivo e profondamente umano togliendo il respiro..